"Come RESETTARE le informazioni alla base dello SCOMPENSO MECCANICO [MEDICINA MANUALE FUNZIONALE FMF]"
- Agostino Ciusani
- 2 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 feb
Intercettare e rimuovere le “informazioni dolore” registrate nel corpo (e quindi le relative catene torcenti) libera la struttura sintomatica dalle forze “strizzanti o distraenti” che l’avevano colpita.
Questa, ritrovandosi in un ambiente riequilibrato, potrà tornare a “respirare” e quindi attuare l’autoguarigione.

Quali sono le “informazioni dolore” registrate nel corpo e che hanno richiesto un compenso meccanico?
Essendo noi esseri complessi, può essere interpretata dal nostro sistema come “informazione dolore” un’informazione derivante da diversi aspetti: primariamente meccanico (ma anche: biochimico, elettromagnetico, geopatico, psico-emotivo, energetico-spirituale).
Come faccio a deprogrammare l’ “informazione dolore” di partenza?
Il Metodo FMF (Medicina Manuale Funzionale) è ad oggi considerato il metodo più all’avanguardia e completo per rintracciare e resettare le informazioni nel corpo che danno origine a compensi meccanici. È stato codificato dal medico dr Marco Forte come sunto di 45 anni di attività clinica e integrazione di diverse discipline (medicina, agopuntura, training autogeno, chiropratica, medicina manuale, medicina riabilitativa, terapia cranio-sacrale, osteopatia classica, medicina energetica).
Quali disturbi tratta?
Con il metodo FMF è possibile individuare e resettare tutte le informazioni di partenza (cause) che hanno generato un conflitto meccanico: la struttura su cui si esprime tale conflitto e che non ha possibilità di compensarlo, va in scompenso e genera il sintomo (l’effetto).
In quanto tale, il sintomo non viene “trattato direttamente” ma è il corpo stesso che riequilibrandosi mette la struttura scompensata nelle condizioni di autoguarire (medicus curat, natura sanat).
Questo tipo di guarigione (l’autoguarigione in realtà è l’unica vera guarigione possibile) avviene così nella sua espressione più profonda, perché viene intercettata e resettata l’informazione causativa.
Con questa premessa, nella condizione di scompenso, ogni tessuto reagisce in base alle sue caratteristiche strutturali e sempre allo stesso modo:
· Muscolo: tendinite, entesite, trigger, distrazione, etc.;
· Articolazione: blocco, degenerazione, etc.
· Viscere: spasmo, atonia, etc.
Quindi il metodo è applicabile per riequilibrare il corpo che può ospitare come struttura in scompenso (meccanico) qualsiasi struttura del corpo, dall’apparato muscolo-scheletrico agli organi e visceri degli altri sistemi.
Quanto tempo ci vuole per guarire?
Una volta rimosse le cause il corpo impiegherà il tempo necessario per realizzare e portare a termine il processo di autoguarigione.
Questo dipende da:
· tipo di tessuto interessato (es: alcuni tessuti sono più vascolarizzati altri meno: il drenaggio è un elemento fondamentale del processo di guarigione)
· entità della lesione
· energia disponibile del soggetto (caratteristica sia innata (“voltaggio del concepimento”) sia dipendente dal contesto biochimico e pisco-emozionale del soggetto in quel momento)
· intenzione o controintenzioni alla guarigione da parte del paziente
Perché è importante lavorare in modo così focalizzato sulle cause?
Ogni “informazione dolore” presente nel corpo impone obbligatoriamente una strategia compensativa. I compensi sono in numero limitato. Avere un vaso pieno significa limitare la propria espressività funzionale (es: alcuni movimenti non riesco a farli) e creare squilibri che predispongono a lesioni e degenerazioni.
Il trattamento dell’effetto senza la rimozione della causa, non è espressione di una reale guarigione (è un nuovo compenso).
Ogni compenso in atto sequestra energia che potrebbe essere utile per altre funzioni.
Essendo noi esseri “complessi”, cioè formati da più sistemi interconnessi, riempire il vaso “corpo” significa anche avere meno disponibilità di compenso negli altri vasi (mentali, emotivi, spirituali) essendo essi dei vasi comunicanti. Pensa a quando hai una spina sotto al piede: è più difficile essere pimpante.
Mantenere il vaso il più vuoto possibile permette di avere a disposizione per la vita più energia e libertà espressiva.
Può essere un metodo complementare ad altre terapie?
Si assolutamente. Sono complementari al “reset delle informazioni” (e ne rappresentano un booster) tutte quelle terapie che aumentano la capacità di guarigione, quali ad esempio: movimento, nutrizione, supplementazione, igiene psico-emotiva.
Viceversa il riequilibrio effettuato con il metodo FMF rende il corpo più “permeabile” a tutte le altre terapie aumentandone l’efficacia in ogni campo: ortopedico, fisiatrico, sportivo, nutrizionale, psicologico, neurologico, internistico.
Qual è un pregio di questo metodo?
Agendo a livello dell’informazione di partenza (che è registrata nell’involucro fasciale della struttura in esame) è possibile resettare tale input in modo assolutamente non invasivo. Questo consente la sua applicazione senza rischi e controindicazioni in una moltitudine di condizioni che altri approcci, più invasivi e rischiosi, potrebbero presentare. Inoltre, rispettando il principio terapeutico del “minimo stimolo” (utilizzato in svariati campi: dalla medicina, alla psicoterapia, alla fisica) il corpo interpreta l’informazione correttiva come propria e quindi non offre resistenza al cambiamento, anzi ne diventa il protagonista.
dott. Agostino Ciusani
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